"Viaggio immaginario nell'aldilà" di Amalia Lilla Pezzi


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Quante volte cerco di immaginare come si svolgerà la nostra esistenza nell’Aldilà.
Notate che non ho pronunciato la parola vita ( che perderà il suo significato quando non ci saremo più, ed è di questo non “esserci più” che mi piace parlare.
Dunque quel non “esserci più” si riferisce al corpo, mentre è dello spirito o, se preferite, dell’anima a cui mi riferisco.
Io trovo che sia meraviglioso non sentire più alcuna sensazione sgradevole: il freddo, il caldo, il male fisico, il peso del nostro corpo, la stanchezza, la fame, ecc. ecc…, tutto sparito, tutto scordato! Una meravigliosa sensazione di leggerezza ci permetterà di volare!
Ecco perchè di uno che è morto si dice comunemente: -E’ volato in cielo!
Forse proveremo all’inizio un senso di smarrimento, o anche di paura, quando, girando lo sguardo, non riconosceremo quei luoghi che appariranno ai nostri occhi dilatati per lo stupore.
-Ma dove siamo? – ci chiederemo – Non riesco ad orientarmi! Ma dove sono le case , le piazze, le persone…. tutto è sparito dunque?
-Ma non sarò mica ….. morta (o)?
E’ a quel punto che saremo colti da un tremito inarrestabile, l’idea di non esserci più ci provocherà uno smarrimento mai provato prima e piangeremo….sì piangeremo per la nostra morte!
“Strano però! Sapete che non ci avevo mai pensato…. che si piangesse noi per primi per la nostra dipartita? Eppure, a ben pensarci, non deve essere piacevole non trovare più niente di se stesso; cerchiamo di toccare il nostro viso, di stringere le mani, di afferrare i capelli tirandoli e non sentire il solito fastidio che provavamo quando ciò succedeva prima di ……, ecco vedete non mi va di completare la frase: mi spaventa l’idea di non essere più!
Eppure quante volte durante la vita, abbiamo pensato che anche quel momento sarebbe arrivato, e ci si stringeva il cuore! Ora sappiamo come ci si sente dopo. Prigionieri!
Ecco questa è la sensazione “prigionieri del nulla” e finché non ci verrà in mente che il nulla non potrà tenerci prigionieri proprio per il fatto che non c’è, noi non riavremo la beata sensazione di essere liberi.

Ecco che allora la nostra anima comincia a spostarsi libera per le vie del Cielo, alla ricerca di un luogo a lei ben noto. Ma per quanto vaghi, povera anima sperduta, non riconosce nulla, si sente smarrita! Certo, ma non disperata; piuttosto è la curiosità ad essersi impadronita di lei.
– Ma dove sono? si chiede. Vorrebbe gridare : “C’è nessuno?” Nemmeno l’eco le risponde! E sì che questo è il posto adatto ad ospitarlo…. così spazioso, completamente vuoto.
Allora l’anima ripete:- C’è nessuno? Si aspetta il solito silenzio….Invece, inaspettata , ecco una voce …umana, sì!
-Che vuoi?- e il tono è quello indispettito di chi è stato distolto all’improvviso da una normale occupazione – Si può sapere perchè strilli? – continua la voce- Tanto nessuno ti risponderà!
-Tu però mi stai rispondendo! dico io, che nel frattempo mi sono ripresa dallo sconcerto iniziale.
-Andiamo bene!!! esclama la voce. .A questo punto vengo colta da un sonno così profondo, ma così profondo come non ricordavo di averne mai provato in vita mia e cesso di opporgli resistenza, tanto non l’avrei avuta vinta.

Quanto dormii non lo scoprii mai! Chi avrebbe potuto dirmelo infatti dal momento che ero sola? Per quanto guardassi intorno a me ,non vidi una sola ombra; non avevo più la sensazione del corpo….ero proprio immersa nel nulla….Mi venne perfino voglia di ridere al pensiero che io “una nullità” ero immersa nel nulla assoluto!
-Non vedo l’ora di vedere come va a finire! Esclamai ad alta voce.
-Ma come vuoi che vada a finire, se non la smetti di strillare, non lo saprai mai! Te lo stanno dicendo, ma tu non ascolti, continui a strillare come un’aquila.
– Chi me lo sta dicendo? Io non sento un accidente!
-Ecco, appunto, che ti dicevo? Non stai zitta un attimo! Vuoi ascoltare in silenzio per piacere?
– Come no!- Risposi.
Eccola la fievole voce che mi sta parlando: -Non abbia paura, anima santa, Lei non è sola! Non lo sarà mai…..Mi creda! Lei non può ancora vederle, ma sono tutte qui ad attenderla e come sono commosse, povere care!
Mi voltai nella direzione da cui proveniva quella dolcissima voce…..fu allora che le vidi…..tutte, nessuna esclusa! …..Erano le care persone della mia vita passata, mi erano venute incontro e mi guardavano con quel loro sorriso che non ho mai dimenticato durante i lunghi anni della nostra separazione: Babbo, Mamma, Renata, Delfo, Geremia. e la Maria. Mi stavano parlando, ma non udivo quanto dicevano; vedevo i loro volti sereni, anzi gioiosi!
Com’erano felici di vedermi: Mamma, Renata e Maria avevano il volto bagnato di lacrime che scendevano copiose dai loro occhi, mi tendevano le mani, perchè gliele stringessi, ma la distanza era ancora notevole…..
” Bisogna aspettare, aspettare con pazienza!” Alzando gli occhi vidi scritta a grandi caratteri questa frase, che mi parve un ammonimento sceso dal cielo proprio per me. Chinai il capo in segno di assenso.
Con quel gesto inviai, a mia volta, un messaggio a chi mi guidava verso i miei cari!
– Ricevuto, scusami non volevo disubbidire”-
-OK! mi fu risposto, dall’altra parte del cielo-
– Ma chi mi sta rispondendo con un termine così moderno, addirittura americano poi?
Quel mistero cominciava a preoccuparmi.
Un profondo silenzio fu l’unica risposta.
Sfinita per l’emozione, mi lasciai cadere per terra.
-Come per terra ?- Chiederà qualcuno.
-Giusto, giusto. La terra non c’entra proprio più!
Allora come si dice?
Ero avvolta in nuvole bianche come la neve, sentivo che ci stavamo movendo, ma non capivo dove mai eravamo diretti.
– Ma perchè parlo al plurale, se sono sola? Sentivo tuttavia la presenza di qualcuno seduto davanti a me.
Veramente vedevo due persone, non una sola.
-Ma come sono vestite, anzi vestiti? Erano due uomini, questo è certo, indossavano due tute sportive di un bel color blu. Ero ammutolita: non osavo muovermi, per non attirare la loro attenzione…….anche perchè uno dei due stava parlando di me, con un tono come se fossi una bambina piccola, piena di incertezze e di paura.
– E’ sempre stata così, diceva, bravissima in tante cose, ma molto insicura in altre! Per esempio non ho mai voluto che guidasse, la vedevo troppo paurosa e incerta-
-Ma questo è Delfo, pensai esultante, chi potrebbe parlare di me con questo tono se non lui?
Lo chiamai, ma non mi rispose: -Possibile che ci senta poco anche qui? Ma allora non è proprio cambiato nulla!
Alludevo alla natura che ci circondava; somigliava sì a quella ormai lontana sulla terra, ma con la differenza che questa cambiava sempre colore: ora era verde, ma poi mutava all’improvviso e la vedevo diventare rosa. poi gialla, poi addirittura azzurra…
Non mi usciva di bocca una sola parola, tanto ero stupita!
Poi ecco apparire un palo altissimo con un cartello in cima su cui era scritto: ATTENDERE, PREGO! Ero stanchissima , ecco perchè sentivo prepotente il bisogno di chiudere gli occhi per un momento!
Altro che momento! Seppi più tardi che mi ero addormentata di colpo, e che mi ero svegliata dopo un periodo che poteva corrispondere a sei mesi!
Adesso mi sentivo vispa e finalmente sciolta dai lacci che mi avevano avvolto per tutta la vita: quei lacci formavano quelle sensazioni, nota sulla terra col nome di INCERTEZZA!
Come mi sentivo libera e sicura!
Mi ritrovai sola, ma non avevo paura, mi pareva di essere fra le mura di casa….eppure non era l’ambiente che conoscevo: bellissimo, questo sì, ma completamente a me sconosciuto.

Sto rileggendo le parti precedenti……devo aver fatto una gran confusione coi verbi…..
Mettiamola così: qui nell’altro mondo, la grammatica non ha più una grande importanza, soprattutto i verbi “Passato, Presente, Futuro! Qui il tempo non esiste più! L’eternità regna incontrastata: le parole IERI, OGGI, DOMANI, non hanno senso!
-Come mi sento confusa però! Debbo chiedere a mamma oppure al babbo come dovrò regolarmi in futuro!
-Chi ride? mi domando udendo qualche risatina. Ed ecco che qualcuno mi risponde:
-Allora proprio non riesci a staccarti dalla grammatica, continui a parlare di Futuro….., ma se hai appena detto che i tempi non esistono più!!!!
– Scusami, voce! Ho insegnato per tutta la vita l’uso corretto dei verbi…..adesso, di punto in bianco, mi rendo conto che qui i tempi non esistono più…..
– OK! In fondo non hai tutti i torti; pretendi un po’ di “Tempo”, ti servirà ad abituarti a cancellare dalla tua mente “il presente, il passato, il futuro”. Quando sarai certa di esserci riuscita, mi avvertirai…..-
– Scusi voce, ma in che modo potrò avvertirla?-
-Lo capirai a suo tempo! Accidenti! Ho pronunciato la parola proibita. Mi hai contagiato, vedi? Spero che non succeda anche a tutti gli altri! Adesso dovrò provvedere a lasciarmi alle spalle i verbi!
-Mi dispiace – dico con una voce che rivela il mio imbarazzo…..-
Nessuno mi risponde. Sono di nuovo sola. Osservo il luogo in cui mi trovo: splendido! Fatto di colori, di incredibili sfumature, mai viste al mondo! Non vedo alberi, fiori, come ci si potrebbe immaginare……Solo colore più o meno intenso, mi accorgo che alcune di queste tinte hanno un potere lenitivo, sento che mi invade una specie di sonnolenza…..poi mi assento!

-Lilla, Lilla-
– Chi mi chiama? Penso nel dormiveglia. -E’ la voce del babbo, ne sono sicura-
-Svegliati dunque, non vorrai mica dormire per sempre!- Questa è la voce della mamma: non ho il coraggio di guardare, per paura di provare una delusione….Di non vederla! Apro gli occhi e la vedo, anzi li vedo: babbo e mamma : Dio come sono belli! Luminosi, come se una luce li avvolgesse e li seguisse in ogni loro spostamento.
-“Babbo…Mamma!” Dico. Sento la voce di quando ero piccola. E’ una voce bambina: Che strana espressione mi è venuta in mente! Eppure è così, mi osservo piedi e mani: sono piccoli, sono quelli di una bambina di cinque anni al massimo.
-O Dio, possibile che si ricominci da capo?

Perchè non ti piacerebbe rivivere la tua infanzia, che tanto rimpiangi in quel tuo scritto intitolato “Nonna racconta?
Pensai: “Possibile che sia giunta fin qua quella manciata di ricordi che ho scritto nel 2003? Che li abbiano letti perfino in Paradiso?”
-Chi ti ha detto che qui siamo in Paradiso?- Chiede all’improvviso la solita voce.
-Ma allora qualcuno mi legge nella mente! Esclamo a voce alta.
– Certo! La tua mente poi non è per nulla complicata, è limpida come una giornata di primavera, la si legge che è una meraviglia!
– Scusi è un pregio o un difetto?-
– Tu cosa pensi?- Mi chiede la voce
-Che sia un pregio, una prova di sincerità!-
– Hai capito la signorina come sa valorizzare la propria merce? Comunque….hai ragione! Proprio come dici tu!-
-Scusa voce! potrei chiederti una cosa?-
– Bè, dipende dalla domanda….tu prova a farmela, poi vedremo!-
-Perchè mi hai chiamato signorina? Sono o non sono una persona già avanti negli anni?-
-Certo, ma dovresti aver capito che attualmente sei tornata all’infanzia, per dar modo a chi ti ha conosciuto bambina, giovinetta, ragazza, signora anziana, di riconoscerti.
Qui incontrerai persone che ti hanno conosciuto in età diverse. Ciascuno ti vedrà com’eri al tempo in cui ha avuto occasione di conoscerti…..Hai capito????
-Ssssì, mi pare di aver capito, però mi sento un po’ confusa da tutte queste novità. In fondo è così anche nella…..-
-“Vita” puoi pronunciare questa parola, non è mica vietato sai!-
-Sì, sì, lo credo! Il fatto è che mi commuovo al pensiero che ….-
-Capisco, capisco! In fondo hai ragione, qui ci troviamo in un’altra dimensione, che non si chiama vita, nè un qualsiasi altro nome! Può anche darsi che un giorno o l’altro me ne venga in mente uno, in questo caso ve lo farò sapere!
A questo punto mi accorgo di essere sola….Nessuno mi parla più.
Chiamo timidamente il babbo, la mamma…..con questa vocina infantile mi sento un po’ imbarazzata, anche perchè a differenza di prima, adesso vedo gente passare a pochi passi da me; mi guardano tutti, ma nessuno mi riconosce, nè io conosco loro. Probabilmente non siamo vissuti nello stesso periodo, oppure…., insomma faccio ancora una gran confusione; meglio non cercare di capire per il momento, poi pian piano mi si chiariranno le cose, allora comincerà per me un nuovo percorso a cui si dovrà pur dare un nome, ma a questo provvederò in seguito con calma e con l’aiuto di bamma e “mabbo” (???? ma come sto parlando?). Mi accorgo che sto ridendo …. meno male che nessuno mi rimprovera , probabilmente non è vietato farsi una risata ogni tanto! A me è sempre piaciuto ridere !
Con mia grande sorpresa comincio prima a sorridere, poi a ridere sempre più forte….Mi vengono in mente tutte le situazioni, le frasi, che mi hanno fatto ridere in vita. Mi accorgo che anche babbo e mamma, tornati nel mio campo visivo, ridono divertiti, probabilmente stanno condividendo con me quei ricordi che affiorano nella mia mente e che si manifestano a chi mi sta accanto. E’ una specie di film quello che mi scorre davanti agli occhi!
-Possibile , penso, che ogni tanto ci sia consentito di rivedere qualche episodio della vita che abbiamo appena concluso? A chi potrei domandarlo?-
Mi guardo attorno, ma mi accorgo che sono sola in questa nuova dimensione colorata e, per il momento, assolutamente deserta. Mi accorgo che comincio a sentirmi più tranquilla.
Chissà da quanto tempo sono qui. Lo so non dovrei più pronunciare la parola tempo, ma per il momento non ci riesco!
-Ho capito, anche qui ci vorrà una gran pazienza!E non mi si venga a dire che in questo nuovo mondo non la si dovrà usare, perchè io non ci credo!

Secondo me, sono qui da un bel po’! Nessuno si è più fatto vivo. Ma che sto dicendo? M’era sfuggito che siamo nell’aldilà, logico dunque che nessuno si faccia vivo! Altrimenti che aldilà sarebbe? Mi pare di fare discorsi senza senso.
– Signore aiutami, penso che la Ragione mi stia abbandonando…. che ne sarà di me?-
-TRANQUILLA! Stai solo attraversando la fase di adattamento al nuovo ambiente… fra poco ti sentirai più sicura , più appagata!-
Rivedo di nuovo i miei cari; è chiaro che non mi perdono di vista un solo istante.
Sono però alquanto distanti da dove io mi trovo, ma sento i loro occhi fissi su di me.
Forse temono che io passa smarrirmi in questa immensità. Non ricordo di aver accennato all’ampiezza di questo luogo a cui non so proprio che nome dare; Dante saprebbe suggerirmelo senz’altro, ma non ho idea, di dove possa essere. E’ mancato nel 1300 circa, più di 700 anni or sono. Sarà lontano da me anni luce.
( Parla Dante) – E invece eccomi qui accanto a te, giovinetta incerta e un tantino smarrita in questa immensità!-
Sono come impietrita di fronte a sì grande e famoso personaggio!
-DA, DA, DANTE!!!!-esclamo a gran voce e l’eco impadronitosi del mio buffo balbettio, lo trascina per un lungo tratto del luogo in cui ci troviamo.
-Dio mio, che figura sto facendo! Mi capita di parlar col Sommo Poeta e io che faccio? Mi metto a balbettare come un bimbo ancora incapace di spiccicar parola. E pensare che ho letto non so quante volte i sublimi canti della sua opera universalmente nota e studiata . Non credo possiate immaginare, voi che state leggendo, come mi sia sentita quando il divino Poeta mi ha ringraziato per averlo ricordato e letto a tante generazioni di giovanissimi studenti durante il periodo del mio insegnamento. Come devo essere arrossita a quelle parole, ricordando la semplicità con cui spiegavo Dante ai ragazzi di terza media. Come sarò sembrata sempliciotta e impreparata al Divino Poeta! E invece lui , insistendo lodò la mia chiarezza e sottolineò l’interesse che sempre riuscivo a suscitare nelle giovanissime generazioni. A quel punto cominciò a declamare a gran voce alcuni famosi versi delle sue stupende cantiche.
“Fatti non foste a vivere come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza…..”
Aveva una poderosa voce che dilagava per tutto il cielo che ci circondava come un mare che senz’altro somigliava a quello in cui Ulisse e i compagni avevano intrapreso il viaggio che li avrebbe resi degni di essere celebrati dal divino Poeta.
Quante lacrime versai durante quella superba rivisitazione del canto di Ulisse fatta da Dante in persona. Dio che bell’inizio fu per me ! Ricordo che pensai: – Se questo è l’inizio, chissà come sarà la fine!
– Qui la parola che hai appena detto non sarà mai pronunciata, in quanto ci troviamo nel regno dell’Eternità, che, come è noto, non avrà mai una fine.-
Quanto piansi in quei miei primi istanti nel regno di nostro Signore . Lacrime purificatrici che mi aprirono le porte del cielo. Non era stata così lunga l’attesa nella anticamera del cielo, forse grazie al Padre Dante, che aveva voluto premiare con un grande gesto il mio piccolo contributo al diffondersi dei sublimi versi della Commedia nell’infinito Regno dei Cieli.

Cosa accadde dopo? Quando fu che Dante e i suoi versi svanirono? Non udii più quella voce potente, la sentii allontanarsi da me a poco a poco, sperai con tutto il cuore di udirla in seguito! Nel frattempo mi ero allontanata dal luogo in cui avevo incontrato il grande poeta fiorentino…… eppure non avevo avuto alcuna percezione di un solo movimento del mio essere.
Continuavo a vagare in quel coloratissimo luogo, seguivo una specie di litania corale che si diffondeva ovunque. Distinguevo alcune voci a me care, ma non vedevo figure umane. Poi ecco apparire ai miei occhi volti pallidi, ma non tanto che io non riuscissi a riconoscerli… .- Mamma! – Gridai , vedendo fra gli altri il dolce viso di mia madre. Era come la ricordavo, in una bellissima foto di quando era ancora giovane. Sentii i miei singhiozzi perdersi in quell’atmosfera colorata……era una voce infantile che si perdeva nello spazio infinito. Il mio pianto cessò e mi vidi di mano alla mamma, che nel frattempo mi aveva soccorso per impedire che quel pianto infantile turbasse l’armonia di quel luogo così perfetto. Avanzavo a piccoli passi in quell’immensità a cui non mi ero ancora abituata.
Mi guardavo attorno curiosa di vedere, di capire…….vedevo la mia immagine riflessa in uno specchio che mi rappresentava sempre diversa: ora ero piccola col grembiulino dell’Asilo, ora ero una scolaretta con un altro grembiule , quello bianco delle elementari……, ma eccomi cresciuta, con le trecce che mi saltellavano lungo la schiena. – Ehi, dove vai ?- domandavo a quella me stessa che mi guardò sorridendomi amichevolmente, senza fermarsi. Con chi stava parlando? Con alcune coetanee che mi parve di riconoscere vagamente…..
Poi mi rividi giovane, già donna accanto a lui, mio marito, stavamo ridendo; per quanto tentassi di richiamare la loro attenzione, non mi notarono proprio….. come rimasi male!
Sentii in lontananza un vociare allegro, udii qua e là qualche frase ben chiara -Ti dico che è arrivata…..l’ho vista coi miei occhi! Mi ha sfiorato con lo sguardo, ma non mi ha riconosciuto……non ha avuto tempo, poverina trascinata com’era da quella folla, che la chiamava per nome. Poi è entrata in quell’edificio laggiù-
indicò con il braccio teso il luogo in cui mi trovo ora.
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Sono di nuovo sola, so che sto aspettando qualcuno……..ma chi?
Ed ecco Edoardo, il mio angelo custode! Lo rividi all’improvviso, mi sorrideva agitando una mano, come quando ero piccola e lui mi salutava, arrivando da chi sa dove o prima di andarsene, dopo che mi aveva sottratto ad un pericolo abbastanza serio gridandomi; -Guarda dove metti i piedi piccola, se non vuoi farti male!
– Edoardo- gridai – dov’eri finito? Non ti ho più visto da un bel po’!- Ma lui non rispose, continuava a sorridermi commosso.
– Credevo non arrivassi più, non ti ho più visto, dov’eri finito?-
-Ti seguivo senza che tu te ne accorgessi, come esige il regolamento…..poi ti spiegherò meglio!

E’ chiaro che, dopo una forte emozione, si veniva assaliti da una specie di stanchezza che ci costringeva a cedere ad una profonda sonnolenza. Fu così che mi addormentai. Non ho idea di quanto durasse quel sonno profondo, so però che ne fui risvegliata da una musica sublime, una specie di colonna sonora che si accompagnava ad immagini successive, come un film davanti ai miei occhi.
Non mi muovevo tanto ero affascinata da ciò che vedevo: era una specie di film che già conoscevo, ma sì, era la mia vita. All’inizio non conoscevo nessuno, vedevo al centro di ogni scena quella rosea neonata che agitava le manine come per salutare la vita che le veniva incontro radiosa di felicità. Tutti i presenti erano indaffarati intorno alla madre, ancora molto provata dal parto, voleva vedere la sua creatura, chiedeva com’era. – E’ perfetta signora, non abbia paura, adesso la rendiamo più presentabile, poi gliela mostreremo! – Che strana espressione! Chissà cosa volevano dire con quel “rendere più presentabile”. Non dovetti aspettare a lungo per capirlo. Tante mani mi afferravano da ogni parte, e non sempre con delicatezza, tant’è che cominciai a strillare con tutta la forza che mi era concessa. Dovevo poi far capire che tutte quelle mani insieme mi procuravano più malessere che beneficio!
E’ chiaro che i miei strilli furono un segno del mio risentimento. Infatti una sola persona si prese cura di me, ed io capii che quel mio strillare aveva un certo potere, tant’è che nei giorni successivi, quando qualcuno non mi andava a genio, ricorrevo agli strilli e tutto diveniva più accettabile.
Fu commovente l’incontro coi miei genitori, com’erano emozionati, con che delicatezza mi accarezzavano, ma soprattutto quanto mi piacquero entrambi. Nel corso di preparazione che avevamo frequentato, prima di venire al mondo, ci avevano parlato di questi misteriosi genitori che ci aspettavano ansiosi di vedere com’era la loro creatura. Ed eccoci tutti e tre assieme. Lo credereste? Non potei trattenere le lacrime, mi sfuggì pure qualche strillo, ma era solo una manifestazione della gioia che provavo sentendomi in mani sicure.
Dunque, mi resi conto che la mia fine cominciava col racconto del mio inizio.
Quella specie di film durò abbastanza a lungo, mi tornarono alla mente episodi che avevo dimenticato. Era come se leggessi un libro illustrato. Be’, tutto sommato, mi resi conto che la mia vita non era stata poi una brutta vita.
Una cosa che mi colpì fu che quella rivisitazione così particolareggiata non mi commosse più di tanto. La guardai con interesse, ma non versai una lacrima, ciò stava a significare che già ero rassegnata a tutto ciò che mi stava aspettando nel regno del Signore.
E via via che il tempo passava rivedevo la mia vita ormai conclusa , scorrere davanti a me che la bevevo addirittura. Com’era stata tranquilla, protetta da due straordinari genitori. Apprezzai tutte le persone che avevo incontrato, che fortuna averne conosciute tante! E gli anni si accumulavano: Eccomi felice nel giorno della laurea, seguito da altri giorni indimenticabili: quello delle nozze, quelli in cui divenni madre, Che collezione di piccole e grandi gioie aveva reso così particolare la mia esistenza! Cosa avrei potuto pretendere di più!!
Alternate alle gioie rividi anche i dolori, giacchè sappiamo tutti che gioie e dolori camminano affiancati, dal primo all’ultimo giorno della nostra esistenza.
La morte dei miei cari: Babbo, mamma, Renata, di mia suocera e dello zio Geremia, di mio marito, dei miei consuoceri Ennio e Carmen.
Com’è strana la nostra esistenza: rallegrata all’inizio da tante care persone, che poi via, via scompaiono lasciandoti il rimpianto e quel senso di solitudine davvero insopportabile.
Ecco conclusa la mia biografia, seguita da quel “dopo” che tutti ci spaventa, ma che poi, come risulta da quanto ho scritto non è così terribile come vedremo in seguito.


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