by Elisabetta Miari

RACCONTI

RACCONTI

“Improvvisazione” di Erica Arosio

Sta cercando da giorni l’interprete giusta e non riesce a pensare ad altro. Non sente rumori, ignora le persone che gli stanno intorno e non si cura neppure di sé stesso.I momenti di pausa li passa fissando il pulviscolo che si solleva dal palco e assume contorni magici illuminato dai

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RACCONTI

“La negoziatrice” di Armando D’Amaro

Ore 17,00 Il cielo già grigio si sta rapidamente scurendo, ma le tenebre non riescono ad annidarsi totalmente negli angoli abituali: l’illuminazione pubblica ha trovato da alcune settimane un potente alleato negli addobbi natalizi che sfavillano ovunque e nei fari delle auto che colmano le vie del centro.All’ Acquasola un’Alfa

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RACCONTI

“La locanda” di Vincenzo Zonno

Martedì 4 …non ho mai avuto l’esigenza di scrivere e non so perché ora ho questo forte impulso. Probabilmente gli ultimi avvenimenti e questa solitudine forzata mi stanno misurando mettendo alla prova le mie emozioni più deboli. Sono arrivato in questa locanda alcuni giorni fa convinto che mi sarei fermato

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“Amore e morte” di Roberta Braghelli

Sono Dora Maar e sono morta molto tempo fa. La mia vita è finita il giorno che ho incontrato Lui, ho perso me stessa e sono naufragata nel dolore. Non mi sono uccisa perché non volevo che ridesse ancora di me, che sbeffeggiasse la mia anima come aveva sempre fatto. Ho

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“Aracnofobia” di Nicoletta Retteghieri

  Questo rumore mi fa impazzire. È continuo, implacabile, monocorde. È il rumore delle sue fauci che, incessanti, masticano avidamente la sua ultima preda. Sono imprigionata in questa caverna, e resto rintanata e incollata al fondo umido e buio. Non vado verso l’unica, debole luce che proviene dalla stretta entrata.

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“Il filosofo maestro” di Oscar Brilli

  Cammina lento e dritto, è grosso e basso, trasandato. Lo si incontra spesso in piazza, che lui chiama agorà, o lo si trova sull’ultima panchina in fondo al parco, dove sembra che viva, ma non è un clochard. Cammina piano, contando i passi, ha i capelli lunghi, bianchi, tagliati

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“Dalle cime degli alberi” di Simone Togneri

  Su. Su. Con fatica. Una manata dopo l’altra, le dita che afferrano il ramo appena più in alto, i piedi che sudano nei sandali mentre cercano un punto fermo per il nuovo slancio. Ancora più su. Nell’affanno della calura di fine estate, appena stemperata dal vento leggero che fa

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“Il tempo fragile” di Roberta Marinucci

  Il professore sorrise all’addetta che gli aveva gentilmente portato il bicchier d’acqua richiesto. Mancavano ancora una trentina di minuti prima che andassero in onda, ma lui era già piuttosto nervoso: non si abituava mai alle telecamere, alle luci, al via vai concitato, al disagio di doversi poi rivedere. Tuttavia una

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“Scacco inesorabile” di Massimo Messa

  Sorgeva l’alba di un giorno d’inverno quando l’uomo entrò in una vecchia osteria, seguito da sei donne, tutte in evidente stato di gravidanza. L’oste guardò con occhi già stanchi e arrossati l’insolita compagnia. “Tutte incinte” pensò. E, invano, cercò di carpire il volto dell’uomo, nascosto, com’era, dal cappuccio di

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“Ombre a Trieste” di Davide G. Zardo

Il locale era piccolo e buio, e oltre che di alcool sapeva di fumo e musica jazz. La barista, che quando entrai stava pulendo un bicchiere con uno straccio, sembrava un angelo sorridente, con l’aureola dorata di una lampada gialla intorno ai lunghi capelli biondi, quasi rossicci. ‹‹Sto cercando un’ombra.››,

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