by Elisabetta Miari

RACCONTI

"Sbagliando s'impara" di Amalia Lilla Pezzi

  Prima o poi doveva succedere; infatti ogni volta che mia madre macinava il caffè, allungavo furtivamente una mano e afferravo qualche chicco prima che venisse ingoiato e tritato nel rumoroso macinino. Ogni volta ne mettevo uno fra le labbra, ma il sapore amarognolo immancabilmente mi disgustava, così quella sera,

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"La fiaba della buonanotte" di Lucio Figini (parte quarta)

  VII. Il camper sembra la reggia della regina di un mondo in declino. Libri. Riviste. Oggetti di differente uso. Una bussola, tre pugnali, una vecchia bilancia, una lampada a olio. Odore di vaniglia. Lei sul letto, gambe incrociate, capelli raccolti, pantaloni scuri di cotone pesante. Nessun condizionamento. Ogni cosa, anche

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"La trovatrice di cadaveri" di Elisabetta Miari

    Mi presento: mi chiamo Marina, ho 43 anni e sono single. Sono una ” trovatrice di cadaveri”. Questo é il mio mestiere, lo è diventato naturalmente negli anni. Dopo decine di cadaveri trovati per caso, la  polizia della mia città, Milano,  mi ha chiesto di collaborare, assieme alla

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"La fiaba della buonanotte" di Lucio Figini (parte seconda)

III. Freddo. Buio. Odore boschivo. Jeans. Torso nudo. Senza scarpe. Una coperta sporca sotto la schiena. Alberi attorno, sopra di me. Un assordante frastuono di pioggia. E il nonsenso. Ho pochi ricordi della serata precedente. Devo essere svenuto tra le braccia di Marc e ora vago nel mondo dei sogni.

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"Morimai" di Christian Gusmeroli

    Ore 14 di un sabato pomeriggio di fine estate. La signora Teresa stava comodamente seduta in poltrona a guardare la televisione. Ad un tratto un’ombra oscura le si avvicina, e le si siede accanto. “Ciao, ti aspettavo” furono le parole con cui Teresa accolse l’ospite. “Mi aspettavi? Sapevi

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"Una storia da ridere" di Alberto Cristofori

    Come lo raccontava mio zio, l’aneddoto aveva un carattere diciamo pure eroico. La situazione no, non era affatto eroica, anzi: si trovava al Policlinico per dei calcoli alla cistifellea. Al mattino l’avevano ricoverato e operato, al pomeriggio si era risvegliato ed era lì, nella stanza 208 del reparto

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