"Sintesi di un incontro G81009" di Gabriele Tarelli


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Ce la posso fare.

Le suole, come lame a quarantacinque gradi, s’infilano nei limiti della mezzeria.

Corro da sempre, inseguito.

E’ notte e gli occhi sono senza ricordo, corro e basta.

Mi giro e non vedo l’inseguitore.

Temo possa essere una donna con le gambe lunghissime, sproporzionate di molto rispetto al busto. La sua falcata è da giraffa: lenta ma inesorabile. Dai … vai … dai …. vai … Il ritmo è importante.

Il collo proteso, lunghissimo, frusta l’aria e le narici soffiano calore.

Temo che mi guardi dall’alto, di sbieco come faceva Alien con le sue prede.

Vai tu …

Vorrei che si facesse viva per affrontarla.

Mi rigiro e me la trovo davanti: quasi ci sbatto contro.

Scivolo e ruzzolo al di là di un semaforo rosso,  dentro una gigantesca pozza di olio nero e tiepido.

Nuoto sbattendo forte le gambe perché tra le mani ho due perette piene di shampoo con le quali mi lavo continuamente i capelli: adesso, adesso lo faccio …

Lei dall’alto mi osserva ancora e dalla sua bocca pende un enorme rigagnolo di bava.

Si, così, brava …. Brava …. Siii …

 Ora tocca a me.

 Devo raggiungere la riva opposta prima che la sua saliva tocchi l’olio.

Mi giro sul dorso per guardarla.

Mi giro.

I suoi seni sono disegnati su una pelle che sembra un collant e il sesso, qualunque esso sia, gonfia i suoi giganteschi slip di pizzo a pois bianchi come le mezzerie e rossi come il semaforo.

Nella piega inguinale s’intravede la peluria di un’adolescente.

Il tonfo sul materasso del mio braccio insensibile mi sveglia.

Come sempre quando questi sogni mi possiedono, sento le lenzuola intrise di sudore e il battito incalzante come un urlo che non viene.

Le mie dita cercano il suo calore senza toccarla.

Adesso ci alterniamo: inizio io.

Sei sveglia?

Sì.

E’ successo ancora!

Che cosa?

Di desiderarti.

Ma se stavi dormendo da non più di cinque minuti …

No, è che ho fatto un sogno …

Bello o brutto?

Né bello né brutto … Ho sognato le tue gambe e un liquido caldo e melenso, il tuo collo …

Dai, raccontami …

Eri una giraffa …

Che schifo, le giraffe puzzano!

Avevi le mutandine di pizzo a pois e mi minacciavi con lo sguardo, dall’alto …

Com’è andata a finire?

Che mi stavo lavando i capelli con due perette …

Mi stai prendendo in giro, vero?

Ma no cara, eri tu, ho intravisto la tua peluria …

Mi sono fatta la ceretta ieri: è impossibile!

 Ma no, … no cazzo. Non così. Più dolcemente …

Devi prenderlo e portarlo dentro, lentamente e quando è quasi a fine corsa, lasciarti andare con tutto il tuo peso e inspirare nel mio orecchio l’ultima parola …

 Sì, ma guarda che non è facile …. Poi hai scelto un racconto di merda ….

 Piano con i giudizi sui miei racconti: sono molto sensibile su questo. Volevi dire complicato?

Sì, complicato!

 Effettivamente, volevo sperimentare: insomma con questo qui c’è da divertirsi.

Poi è solo la seconda volta che lo proviamo… Dobbiamo concentrarci e vedrai che alla fine, quando raggiungeremo la perfetta sintonia, sarà uno sballo!

Certo che questa storia che mi devi pagare, e che ogni nostro incontro deve essere un provino …letture …inspirazioni ….tecniche sadomaso, penetrazioni al rigore di parola … dibattiti sui significanti sessuali … Mi hai rotto!

 Lo sai che al quindici di ogni mese c’è la verifica finale? Dobbiamo … godere … Preferisci forse farlo come gli altri, come viene viene?…. Preferisci guardare la tele?

No! E’ che mi piacerebbe per una volta farlo con le tempere atossiche … è più afrodisiaco!


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