“Ombre a Trieste” di Davide G. Zardo
Il locale era piccolo e buio, e oltre che di alcool sapeva di fumo e musica jazz. La barista, che quando entrai stava pulendo un bicchiere con uno straccio, sembrava un angelo sorridente, con l’aureola dorata di una lampada gialla intorno ai lunghi capelli biondi, quasi rossicci. ‹‹Sto cercando un’ombra.››,