by Elisabetta Miari

RACCONTI

“il rispetto delle regole” di Massimo Fagnoni

«Cercando di mantenere la calma lei dovrebbe tentare di spiegare l’accaduto». «È stato un incidente». «Questo lo sappiamo, è evidentemente un incidente e non è l’informazione che ci serve, lei era sobrio, le analisi del sangue non hanno riscontrato la presenza di sostanze stupefacenti nel suo sangue, ma riconoscerà con

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“Aldilà della ragione” di Laura Veroni

Faceva molto freddo quella sera. Quando Vera aprì la portiera dell’auto, l’aria gelida invase il piccolo abitacolo, facendola rabbrividire. Spense i fari, sfilò la chiave dal cruscotto, sganciò la cintura di sicurezza e scese, chiudendo con il telecomando. Un flash arancione illuminò il buio intorno. C’erano poche altre vetture parcheggiate

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“Persone comprese” di Simone Togneri

  Che lo stesso uomo entrasse in casa di Mila due volte non accadeva mai. Fuori potevano vedersi quanto e quando volevano, potevano fare ogni cosa, anche scopare in macchina davanti al portone della chiesa, ma quando arrivavano a entrare in casa beh, allora le cose cambiavano. Mila diventava come

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“Pianeta Terracqua” di Rino Casazza

Con la mano a visiera sulla fronte, Prímulo Nast guardava l’ astroincrociatore rovesciato su un fianco tra le dune sabbiose. Sotto il sole implacabile, il velivolo mandava un riflesso accecante. – L’ unico lato positivo – osservò cupo – è che, almeno, non siamo finiti sull’altro emisfero… – Beh, avevamo

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“Una famiglia” di Alessandro Reali

Richiuse il bagagliaio della vecchia Fiat Punto rossa. Appoggiò un attimo a terra le buste della spesa, guardò verso l’alto, la finestra della stanza dove riposava Rosa, sua moglie, e cercò nella tasca della giacca le chiavi. Abitavano in quella casa da 23 anni, esattamente un anno prima che nascesse

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“Mareamaro” di Maria Teresa Valle

L’aveva notata per la prima volta sul sagrato della chiesa di Sant’Ambrogio. La messa delle undici era finita e la gente si riversava lentamente sul piazzale lastricato di riseu bianchi e neri. Sin da quando era bambino non si stancava di guardarli, forse perché i piccoli sassi venivano dal mare,

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“Il ritorno delle spigole” di Fabrizio Borgio

Il frinire delle cicale suonava rabbioso sotto il sole del tardo pomeriggio. La terra si asciugava fino a diventare pallida e secca come la pelle di una vecchia megera, con le spaccature fra le vigne come rughe profonde. Francesco Bianco aveva parcheggiato l’automobile sulla cima del bricco, dove la stradina

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“Viola” di Alessandro Bastasi

«Come stai?» «Di merda, come vuoi che stia?» «Hai fame?» Risponde con un grugnito. «Ti ho comprato il budino al cioccolato, che ti piace tanto.» Silenzio. «Su, apri la bocca.» Lei apre la bocca. Il budino le scivola sulla lingua, rimane lì, mescolato con la saliva. Poi di colpo me

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