L’Austin 7 si fermò al bordo della strada.
Il giovane si voltò verso l’uomo al volante. Nonostante favoriti e barba non riusciva a dimostrare più dei suoi 22 anni.
-Perché vi siete fermato? – Chiese al compagno.
Lo vide scendere dal veicolo e stirare le membra intorpidite dal lungo viaggio.
-Le mie vecchie ossa hanno bisogno di una sosta e il radiatore bolle. Dobbiamo lasciarlo raffreddare.
-Ē un macinino questa macchina.
-Volete scherzare? Ē l’utilitaria più venduta in Europa. – Rispose risentito l’autista. – Ē un gioiellino.
-Sarà, ma io ho la schiena a pezzi.
-Ē colpa del fondo stradale, ma siamo quasi arrivati, non manca molto.
-Ci sarà un albergo in questo posto? Com’è che si chiama?
-Arquata. Arquata Scrivia. C’è, c’è. Non preoccupatevi. Ma com’è che siete così poco informato?
-Sono stato reclutato all’ultimo momento. Il redattore capo ieri mi ha chiamato e mi ha detto: “senti ti mando a fare un servizio al posto di Morelli. Si è sentito male e perciò ho bisogno di un sostituto”. “Ma dove?” Faccio io. E lui “Vai con il fotografo, Fugazza. Lui sa tutto”.
-Una bella occasione! Castelli. È così che vi chiamate, vero?
-Sì, scusate, non ci siamo neppure presentati. Ma chiamatemi Guglielmo.
-Va bene. Io sono Alessandro. È una mia impressione? Non mi sembrate contento!
-Io speravo di entrare nella cronaca nera. Mi sento più tagliato.
-Dovreste fare i salti di gioia. Alla vostra età essere incaricato di fare un servizio così importante per un giornale come “La stampa”! Ē proprio vero che i giovani non sono mai contenti. Non vi rendete conto dell’eccezionalità dell’evento? Se il capo redattore sarà soddisfatto del vostro articolo avrete le porte spalancate per ottenere quello che volete.
-Lo pensate davvero?
-Certo.
Il giovane si fece pensieroso. Si guardò intorno incuriosito. La campagna era splendida sotto il sole di maggio. Alberi da frutto coperti di fiori, prati con l’erba di un verde tenero e sfavillante, punteggiati dalle stelle gialle del tarassaco, tagliati in due da un fiume che correva spumeggiando tra rocce e sabbie, colline ritagliate contro un cielo di smalto e rare nuvole a fiocchi che passavano rapide. In lontananza il profilo di un campanile attorniato da un piccolo gruppo di case.
-Non riesco a spiegarmi cosa vengano a fare qui, in questo piccolo centro. -Osservò riportando lo sguardo verso Alessandro.
-Ē molto semplice, ma saliamo in macchina. Mi sembra che il motore si sia raffreddato abbastanza. Vedete, mio giovane giornalista, loro viaggiano tantissimo. Hanno visitato tutti i luoghi importanti per la loro storia. E un pezzo della loro storia è sepolta proprio qui, ad Arquata. Eccolo qui. Siamo arrivati.
-È quello?
-Sì. Il cimitero degli inglesi.
-Ma è così piccolo…
-Vi sono sepolti 94 soldati, caduti nei combattimenti o morti di “spagnola”.
-Proprio qui?
-Dal ’17 al 19 ad Arquata Scrivia esistevano un quartier generale per le comunicazioni, un deposito di rifornimenti, un alloggiamento per prigionieri di guerra, e due ospedali da campo, in una località poco distante dal luogo dove è sorto il cimitero.
-Ma voi come le sapete tutte queste cose?
-Le so, le so. Voi siete troppo giovane, ma io la guerra…
-Guardate! Cos’è tutta quella gente?
-Buondio! Siamo arrivati appena in tempo!
-Scendiamo dall’auto, presto! Prendete la macchina fotografica!
Un corteo imponente veniva verso di loro. Un intero plotone di fanteria preceduto dalla banda del reggimento scortava re Giorgio V e la moglie Mary. I regnanti d’Inghilterra erano circondati dalle autorità italiane civili, militari ed ecclesiastiche.
-Che bel portamento ha la regina. – Osservò ammirato Alessandro.
-Re Giorgio ha un’andatura strana, invece. – Guglielmo aveva concentrato la sua attenzione sul re.
-Ē a causa di una caduta da cavallo. Si è fratturato il bacino. Non è mai guarito del tutto.
-Ecco che entrano nel cimitero. Ē un momento emozionante. Credo che ne verrà fuori un bell’articolo.
-E anche delle belle fotografie!
-Guardate, Alessandro. C’è un è uomo anziano che vaga tra le tombe. Legge tutti i nomi sulle croci. Sembra che cerchi qualcuno.
-Sì. Sta cercando il figlio John. Non sa dove sia sepolto.
-Lo conoscete?
-Ē Rudyard Kipling.
-Buondio! Che incontri! E io che non volevo venirci in questo posto!
-Avete visto, Guglielmo? Mai fidarsi della prima impressione. A volte proprio quando non ce lo aspettiamo il destino ci riserva delle sorprese.
-Avete ragione, Alessandro, avete ragione.
"Tutto quello che non sai di lei" di Karma Rama
“Era stata dal parrucchiere nel pomeriggio, aveva un nuovo colore di capelli, un biondo più chiaro” “E che indossava?”