"Una favola leggera" di Daniela Giordani


tadini

 

C’era una volta una di quelle infelici principesse che ogni tanto popolano le fiabe, e come buona parte delle sue colleghe, non faceva altro che lamentarsi.

Annuska viveva in un piccolo regno in un freddo cosmico, collocato – visto che stiamo raccontando una fiaba, possiamo inventarci quello che vogliamo – su un pianeta lontanissimo, ma tale e quale alla Terra qualche secolo fa. Anche su quel pianeta le principesse, e talvolta anche tutte le ragazze, volevano proprio sposare un principe e diventare regine. Annuska desiderava che Artuko, il principe di un regno pieno di sole e spiagge, la chiedesse in sposa e insistette con il padre affinché il ragazzo fosse invitato a visitare il loro regno. La visita fu programmata per l’anno successivo e siccome, per comodità di narrazione, i loro regni distavano quattro mesi di viaggio, c’era tutto il tempo per prepararsi all’incontro. In fin dei conti le principesse nelle fiabe non hanno poi così tante cose da fare ed è anche per questo che si annoiano spesso.

Se Artuko era cresciuto in luogo caldo ed era abituato a vedere le ragazze vestite con stoffe leggere anche Annuska per colpirlo pensò di usare le stesse stoffe.

Ne ordinò a bizzeffe di ogni genere e tipo e si fece aiutare dalla sua nuova dama di compagnia, che in certe favole, come questa, non ha un nome.

Quando arrivarono quelle stoffe sottili la dama si preoccupò, come poteva Annuska affrontare il freddo del suo regno con quel materiale inadatto addosso?

Confezionarono gli abiti e la principessa li provò. Erano proprio quegli abiti da favola che tutti possiamo immaginarci e le stavano benissimo… Ma che freddo! La principessa tremava come una foglia e non riusciva a parlare. Allora la dama la aiutò ad aggiungere tanti strati leggeri, ma così sembrava un pulcino, più che una principessa. E l’ingombro era tale che non riusciva nemmeno a camminare. Poi tra le stoffe le sarte trovarono un tessuto più adatto e le confezionarono un abito bellissimo, ma dopo averlo indossato Annuska iniziò a sentire un prurito incredibile e quasi le mancò il respiro.

Si arrabbiò molto con le sarte e quasi le avrebbe punite se la dama, che era proprio una di  quelle sagge dame che si trovano nelle favole, non le avesse spiegato che quegli abiti erano stati fatti bene e che sulla qualità delle stoffe le donne non potevano farci nulla. E pure se quelle stoffe fossero state di qualità eccellente, se c’era una allergia non si potevano proprio usare.

Così le fece preparare abiti bellissimi fatti di lana e di tessuti che schermavano dal freddo e che esaltavano la bellezza della giovane, facendola sentire a suo agio. Era così bella che i gioielli erano superflui.

La principessa in quei pochi mesi, forse anche per la vicinanza di quella saggia dama, era molto maturata e aveva anche (quasi) smesso di annoiarsi. Faceva lunghe corse a cavallo attraversando suoi boschi, negli abiti comodi e caldi che la facevano sentire bene.

Artuko, che stava raggiungendo il castello e che era proprio un principe da fiaba, rimase molto colpito quando una fanciulla con un cavallo bellissimo gli tagliò la strada. Lo colpì l’eleganza del cavallo e la sicurezza della giovane che aveva lo sguardo trasparente e sicuro di una persona nel pieno delle proprie forze.

Quando lo riconobbe nel volto della principessa Annuska non ebbe un secondo di esitazione e, siccome non si ricordava di essere in una fiaba, si inginocchiò e le chiese di sposarlo. Il Re non prese molto bene questo gesto poco rispettoso dei suoi poteri, ma in una fiaba non era proprio il caso di arrabbiarsi e preferì vivere felice e contento anche lui.


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