Cara AB, prima di tutto voglio dirti che io non sono C .
E’ arrivato il momento di parlarti un po’ D me.
Inizierò svelandoti le mie uniche due bugie.
Io andavo da E solo per la sua F e il mio vero nome è G. Perdonami.
Non avevo capito nulla della mia vita prima di incontrarti.
Ero come un H senza la stanghetta nel mezzo: due rette parallele che non si incontrano mai.
Adesso ogni volta che ti sfioro ho una reazione tipo I , e tu lo sai.
Sarà amore, passione o altro? Non lo so. Certo è che non è più come l’anno scorso.
Vivevo turbato. Sembravo messo all’angolo come una L .
La vita poi mi ha fatto incontrare te e così da una situazione di M sono passato, attraverso un percorso a zic zac tipo N, a conoscere la felicità .
Ho vissuto il piacere di tutto e così ho potuto chiudere il famoso cerchio O.
Per intenderci: prima mi sentivo demotivato, un po’ P.
Ora mi sento in un quadro con la Q maiuscola, ove è rappresentato un vero sogno.
Ogni tanto mi prende la rabbia R verso il mondo, ma poi mi faccio cullare dai tuoi sussurri e dalle tue curve a S.
Adesso il bivio è diventato una linea retta come una T rovesciata.
Non c’è più il dito che punta in basso come una U e nemmeno la freccia negativa V .
Alla fine ci sei tu, che per me sei l’inizio: un po’ come un punto fisso oltre il quale non si può andare. Tu sei la mia Z.