Ho il cuore in gola, sono uscita di nascosto e poi ho corso da casa a qui, al posto dell’appuntamento.
Mi ha scritto: “Voglio vederti, Giulietta. Voglio baciarti da toglierti il fiato.”
Lo voglio anch’io. Voglio anche fare all’amore. Ho sedici anni e tutte le mie amiche l’hanno già fatto. E voglio farlo con il mio Romeo.
E’ un latinos, e allora? Sarà alto, snello, bruno e agile, come una pantera. Non goffo e foruncoloso come quello di Carla.
Nella notte troveremo un posto in cui stare, uno come lui sa di certo dove portare una ragazza. No, una donna. Devo pensare a me come a una donna, da questa notte lo sarò!
Se mio padre sapesse che me la faccio con uno sporco latinos, mi chiuderebbe in camera e butterebbe la chiave. Mio fratello mi pesterebbe.
Ho un po’ di paura.
Il libro, Romeo e Giulietta, che tengo sotto il giubbino perché mi vergogno a tenerlo in mano, mi conforta sempre meno. Le voci e le ombre sono sempre più minacciose in questo quartiere da evitare.
D’improvviso una figura, grande e grossa contro le insegne di una sala da biliardo, oscura il poco chiarore.
Si avvicina preceduta dall’ombra distesa sul selciato. Il passo è pesante. Puzza di vino e di mal lavato, ha un odore straniero.
Stringo il coltello, ecco, ora ho proprio paura, paura boia.
La faccia, illuminata dai neon, è orribile, come gonfia.
Mi viene contro dicendo parole che non capisco.
Per fortuna ho il coltello, l’ho rubato a mio fratello che lo tiene nascosto dietro i libri di scuola. Non sono scema del tutto, questa è zona brutta, di notte, quando le bande si scontrano a coltellate.
E alzo il coltello, da cieca. E colpisco una due tre volte, cieca, con la punta ben verso l’alto come ho visto alla tv, ignorando il liquido caldo che mi scorre sulla mano.
Il mio aggressore cade a terra e, nello slancio di colpirlo ancora, cado con lui.
Cerco di alzarmi, puntellandomi sul suo corpo.
E sento il libro. E lo vedo alla luce intermittente. Romeo e Giulietta: il nostro libro, il segno di riconoscimento. Anche lui l’ha tenuto ben nascosto, vergognandosi dell’amore.
“The big frecc” di Paola Varalli
Quella sera c’era in ballo la faccenda del cinema.Nicolino mi aveva telefonato al lavoro nel pomeriggio: “E’ una sorpresa” –