“Perché in fondo…” di Marianna Badiali



La bambina ballava: “Brava!”.
Una bambina su un palco, sotto ad una luce soffusa.
E’ bella nel suo tutù rosa confetto, con le mollette nei capelli, mentre compie quelle mosse che dovrebbero essere aggraziate, ma che risultano solo infantili ed un po’ affettate.
Bella lo è anche dopo, quando finita la dolce melodia e si inchina con le lacrime agli occhi per la commozione di essersi esibita davanti ai suoi genitori.
Inciampa nei suoi stessi piedi, quasi cade, strappando a tutti un sorriso ed a nessuno una risata di scherno, facendo aumentare ancora di più gli applausi.
Perché in fondo è bella.
Bella nella sua innocenza.

La barista barava: “Bugiarda!”.
Un bar, un insegna al neon, un bicchiere di vodka ed un mazzo di carte.
Un fischio acuto squarcia l’aria, seguito da uno scroscio di risa ed il ticchettio dei tacchi a spillo sulle piastrelle.
La ragazza lascia il retro del bancone andando verso il tavolo dove campeggiano i suoi coetanei, tutti palesemente ubriachi, e facendo un cenno alla madre perché la sostituisca per un po’ nel suo lavoro.
Sono belle le forme che mette in mostra, con quella gonna troppo corta e quella camicetta bianca un po’ troppo scollata.
E’ bello il modo in cui si appoggia al tavolo, prendendo il suo mazzo di carte ed aprendolo a ventaglio.
Sono belli i suoi occhi,che spuntano sensuali da sopra le carte, la sua faccia abbronzata sempre imperscrutabile, come una brava giocatrice di poker e la sua risata forse un po’ troppo forte, ma che la fa apparire più spontanea.
Le sue mosse calcolate per stupire quella massa di ragazzi hanno un che di affascinante.
E’ per questo che la madre non dice niente e prende il suo posto al bancone scuotendo leggermente la testa con il sorriso sulle labbra.
E’ per questo che neanche la sgrida, quando quelle labbra perfette lasciano un rosso bacio su una di quelle guance con un accenno di barba.
Perché in fondo è bella.
Bella nella sua esuberanza.

La bocca baciava: “Brilla!”.
Finalmente quel bacio a suggellare le promesse.
Sorride nel suo abito bianco la giovane sposa stringendo la mano a quello che da circa dieci secondi è suo marito.
Ammicca alla madre, che singhiozza per la gioia, e poi posa nuovamente lo sguardo sul suo uomo.
E’ bella, ma il merito non è del vestito, dell’acconciatura elaborata o del trucco, che ora è tutto sbavato a causa delle lacrime.
No, è bella per il suo sorriso che irradia serenità, per il fiato corto ed il cuore che si sente battere forte sotto il pizzo del corpetto, per il mascara che cola, incorniciando quegli occhi scintillanti, blu come il mare, perché la mano che tiene attorno al bouquet è così tanto stretta da farle sudare il palmo.
Ed è per questo, che nonostante non abbia mai approvato quell’unione, il padre le si avvicina, stringe la mano allo sposo e la abbraccia forte.
Perché in fondo è bella.
Bella per la sua felicità.

Brandiva il bastone: “Buona!”
Quel caratteristico odore del sugo che sobbolle, della cipolla che cuoce, mischiato a quello penetrante del detersivo per pavimenti.
Una mano rugosa ne tiene stretta una liscia e piccola.
La nonna ascolta la nipotina di appena cinque anni parlare di cosa ha fatto all’asilo.
E’ bella quando le accarezza i capelli.
E’ bella quando di nascosto allunga un cioccolatino al nipote più grande facendogli l’occhiolino.
E’ bella quando saluta i suoi figli ormai adulti: uno dei due è adottato, ma lei gli ha sempre voluto bene allo stesso modo.
E’ bella quando gli occhi le si illuminano guardando le foto in quegli album, che documentano tutta la sua vita.
E’ per questo che suo marito la ama ancora, dopo tutti questi anni.
Perché in fondo è bella.
Bella per la sua storia.


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