“Il Mago” di Giorgio Maimone


 

Sono il mago, l’illusionista, il prestigiatore. Sono Mandrake, Lothar e Narda. Sono Doctor Zarkov e Flash Gordon. La realtà la prendo, la camuffo di parole, la scartavetro di aggettivi, la rendo modificata. Ad atmosfera zero. Così non invecchia. Che ci azzecca se si tira in ballo il pensiero? Niente pensiero. Solo sensazioni. Frasi di zucchero filato, frasi di torba e di cascata, frase di forma senza costrutto sotto, fumo che sostituisce il fumetto (Cosmic ballsthat replacethecomic balloon).

Sono la magia, la belladonna, la valeriana. Sono il crepitio della legna nel camino. Arde, dà caldo istantaneo, in un attimo è già bruciata. E resta cenere. Sono il rumore delle ragazze che se ne vanno, i cortei di inutili proteste. Sono l’aroma del pane (o del caffè) la mattina presto. Quando te ne accorgi, l’aroma è già sfumato e il pane ed il caffè tu non li hai presi. Sono il mago: guardate qua! C’era una volta e poi non c’è più (There wax. And then there’s no more). Per forza: è cera e s’è sciolta al fuoco del camino.

E cammino cammino cammino, ma … niente nelle mani, niente nella testa! Non do niente e non lascio niente. Nemmeno cattivo odore, nemmeno le lenzuola sporche. Non lascio tracce. Perché se tutto è illusione, tutto svanisce. E io svanisco al mattino. Sono vero all’alba. Non esisto di notte. Di giorno mi rintano. Esco verso sera. Non c’è trucco, non c’è inganno! C’è solo parola che parla e che viene parlata, che muta la forma, perché non è muta e si atteggia e boccheggia a boccaglio con bocche di rose. Niente in questa mano, niente in quest’altra! Tutto in bocca. Tutto fiato caldo. Sono l’imbonitore, il bastardo, il piazzista dell’elisir di lunga vita. E larga. La doppia vita avanza dentro di me. Un altro buco alla cintura. Oplà! Era un doppio salto mortale? Non l’avete visto? Immaginatevelo. Io lo racconto. E questo? Non l’avete notato? Non eravate ponti? Mi spiace, non ripeto. Semmai rifaccio, ma … oplà! E’ così veloce che nemmeno lo potete vedere! E allora immaginiamolo assieme: ho fatto un carpiato rovesciato e sono atterrato sulle mani, poi con un flip-flop mi sono riportato istantaneamente in piedi. Fantastico, eh? Sembra che sia rimasto sempre qui …

Non ho niente e non sono niente. Inconsistente, immaturo, incerto, introverso, ingannevole, cedevole, bastevole, agevole, abbastanza bastante, prestante, inquietante, poco inquinante. Prendetemi! Lo provi! Just do it! Just do eat? Non facciamo gli affamati adesso! Stay hungry, stay foolish! Qui il fool sono io.

Entrate signori e signori: qui troverete quello che non potete neanche immaginarvi: come vostra suocera che tace o un avvocato onesto. L’incredibile è possibile! E’ il possibile che diventa incredibile! Signora, lei non può. No, per lei il prodotto non c’è. Ne cerchi un altro. Questo è selettivo, è intuitivo, è captivo. No, ma che cattivo! Signora, lei non capisce proprio niente! Captivo. Con la Pt di Pterodattilo. Antico metodo di scrittura accelerata. A macchina, a mano, a macchia di leopardo, a zampa di elefante (o di gallina) e a brodo di pollo.

E sul bordo? Che vedo sul bordo? Sul bordo c’è l’abisso! Sul bordo dell’abisso, dice lei? E invece, qui sta il trucco, ma non si vede, sul bordo c’è già l’abisso! Uno, diciamo una che è meglio, arriva sul bordo. Pensa, mi spingo fino sul bordo. E invece quello è già l’abisso. E poi non si torna indietro. Perché mi si da credito. Perché ispiro fiducia. Perché sono il mago, l’illusionista, il prestigiatore. Sono l’imbonitore, vi intorto di parole.

… Finché raucedine vi salvi …

Pensa un numero? Aggiungi 7, togli 3, togli il numero che hai pensato. Ora scegli la lettera dell’alfabeto corrispondente: 1 A, 2B, 3C, così via. E ora pensa, ma non dirmi … Non dirmi ho detto! Sei incontinente? Quanto ti scappa la risposta la devi dire per forza? Signora, curi suo figlio che gli scappano le parole dalla bocca. E’ grave! Con questo difetto potrebbe diventare un politico! Pensa una nazione che inizia con la lettera che hai trovato. Ora aumenta di uno e pensa un animale. Ora aumenta di due e scegli un colore … Ma non è possibile! Non ci sono elefanti grigi in Danimarca! Applausi! Come? Aveva pensato a un emù verde in Dakota? Quale Dakota? Nord o sud? Nord? Eccolo l’errore! Come quale errore? Non ci sono emù verdi! E il Dakota dici? Cosa c’entra il Dakota? Non c’entra niente, ma quando ci vai mandami una cartolina, così io vengo qui a fare il prossimo spettacolo!

Signori e signori non fatevi turbare dai piccoli inconveniente e seguitemi, seguitemi, per di qua, sono solo quattro passi … Sì, dei miei. Ma non è colpa mia se io sono sui trampoli e voi siete piccolini! Ammirate il padiglione delle streghe. Le streghe non ci sono: le abbiamo dovute licenziare. Ci costavano troppo in prodotti di bellezza, ma il padiglione è rimasto. E questa è magia! Cosa vuol dire che è un padiglione auricolare? Significa che ci si sentirà meglio! Come dopo aver bevuto un caffè. Lei signore quanti ne beve di caffè? Sette al giorno? Per questo è così nervoso! E’ così teso che i peli delle braccia sembrano gli aculei di un porcospino. Se finisce sotto una macchina coi suoi peli le buca le gomme! Datevi tutti la mano! Avanti. Connecting people! Di qua … anzi, no. Di là (inverte la marcia). No! Di qui (cambio di direzione). Mi sbaglio sempre! Si va di qua (torna indietro). Insomma la volete smettere di seguirmi? Mi confondete! Think different! Se io penso una cosa vuoi pensatene un’altra. Ha visto il signore del Dakota? Lei signora a che stato avrebbe pensato? La Danimarca, lo sapevo! E gli elefanti? Rosa! Come rosa? Un colore che inizia per “G”: gray, no? Al massimo green, ma rosa mai! E che è? Dumbo?

Entrate, signori e signori entrate e guardate l’uomo più forte del mondo che spezza le catene soltanto con lo sguardo. Come fa? Semplice: quando voi gli guardate gli occhi lui prende un tronchese e taglia le catene. Poi la bellissima donna barbuta. Bearded not barded! (barbuta, non bardata!). Pensate: è nuda! Questa sembra una pelliccia, ma è solo la sua barba! Ci costa uno sproposito in dopobarba … ma molto poco in vestiti. Allora … chi vuol provare il giro della morte? Forse tu? O tu? O magari, perché no, voi due? Tanto è un’esperienza molto rapida: si fa una volta sola. Poi siete morti!


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