by Elisabetta Miari

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"Lo sbaglio" di Dario Villasanta

Mi sono sbagliato per la prima volta quando sono venuto al mondo, la seconda vorrei non avere il tempo di farlo. D’altronde, commettiamo tutti qualche errore imperdonabile prima o poi, è solo questione di tempo, l’unica angustia è nel non potervi porre rimedio. Io ho tutta la vita davanti, ma

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"347" di Fabio Mundadori

  “Questa è la segreteria telefonica del cellulare di Dorian Dum. Se ascoltate questo messaggio sono già morto. Quando ero ancora in vita ho sottoscritto un contratto con il gestore telefonico affinché mantenesse attivo questo numero fino a sei mesi dopo l’ultima telefonata ricevuta. Se ascoltate questo messaggio è molto

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"Mi capitava una sera" di Dario Villasanta

Mi capitava una sera di essere solo, ma in una di quelle sere in cui sei più solo del solito, che non hai più voglia di fare niente tanta è la voglia di fare tutto. Mi capitava quella sera di avere la sensazione di perdermi, in quel dilatato altrove che

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"La cena" di Fabio Mundadori

    – Oddio, ho lasciato la borsetta in macchina! – Quella valigia che ti porti appresso la chiami borsetta? – dice Michele sarcastico. – Non è una valigia, è di dimensioni adatte alle mie necessità. – risponde piccata Francesca – Stefano, mi passi le chiavi dell’auto? – Non ti

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"Il più grande show del sabato sera" di Alessandro Dezi

  Rientro in studio dal break pubblicitario. Jingle. Applausi. Il Bravo Presentatore molisano e lampadato in completo lamé sorride alla telecamera. Ospiti: il Duro Scrittore di romanzi noir e la Bella Scrittrice di trilogie erotiche. Lui ha una coccarda con stampato 1 appuntata sulla giacca di velluto a coste, lei

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"Vivi da uomo" di Fabio Mundadori

    Ho il camice bianco, stetoscopio e tutto il resto. I miei passi risuonano nel silenzio della terapia intensiva; a metà corridoio, un tubo al neon esaurito illumina il cartello con la numerazione delle stanze. La 966 è nel ramo alla mia destra, la raggiungo, dalla porta aperta il

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"Apro gli occhi" di Maria Teresa Valle

  Apro gli occhi. Un’operazione difficile. Le palpebre pesano e sono appiccicate. Passo le dita sulle ciglia per aiutarle ad aprirsi.  Una lama di luce arriva alla pupilla, che, come ferita, si stringe. Dalla fessura entra negli occhi la visione del bianco. È lontano. È un soffitto. Capisco che è

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"La fiaba della buonanotte" di Lucio Figini (parte decima)

  XXI. Il negoziante di fronte a me ha la faccia da pugile in pensione. Schiacciata. Naso storto. Zigomo destro con una profonda cicatrice. L’officina è sporca. Tre macchine utilitarie sui sollevatori e una Mercedes bianca che riposa in un angolo. – Sono centocinquanta euro al giorno, per un minimo

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"Il Sig. Di Stefano" di Dario S. Villasanta

  Tratto dalla raccolta  “Strade sporche: i racconti sbagliati  2016” di Dario S. Villasanta. Il signor Di Stefano se ne stava seduto nella saletta d’attesa, appollaiato su una seggiola con le mani compostamente appoggiate sulle ginocchia unite. Era teso? Sì, un pochino. Quello era il suo primo colloquio di lavoro,

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"Taxi" di Susanna De Ciechi

  Dovevi andare all’ospedale per un controllo, una cosa da niente. Però eri in anticipo. Il vento era freddo ma c’era il sole. Appena fuori dal portone ti sei bloccata, indecisa: prendere subito un taxi o fare due passi? Hai seguito un odore di foglie e di aria pulita e

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