“ Se non ci fossero le mamme…” di Erica Arosio


 

Un po’ di mascara voglio metterlo, almeno una volta all’anno i miei occhi devono luccicare invece di avere quel tono ebete da mucca. Questi strass sul collo mi donano e di sicuro brilleranno sotto le stelle. Come al solito sono l’unica pronta per tempo, ma possibile che tocchi sempre fare tutto a me? Eccolo lì, guarda come dorme con la scusa che poi la notte sarà faticosa. Adesso lo sveglio. Anche lui per questo Natale 2018 un piccolo sforzo potrebbe farlo, no? Non dico un abito nuovo e neanche un cappello che però col Borsalino sarebbe così elegante e invece niente, sostiene che fa freddo e anche in una festa come questa si ficca in testa quell’orrenda cuffietta di lana. Niente, nessuno sforzo, eccolo lì il solito noioso rassicurante bravo marito di sempre. Però almeno si è svegliato, no tesoro, non è presto e devi controllare che ci siano le ruote da neve. Non ti sei ricordato di andare dal gommista? Ma non ci posso credere! Possibile che se non ci penso io vada tutto in malora? Dici che è aperto anche la vigilia di Natale? Speriamo, dai, sbrigati, vai. Sei orrendo con quella roba in testa ma ormai ci ho rinunciato. Sì, adesso chiamo i ragazzi.

Con gli adolescenti non so trattare, ero una mamma molto più brava quando erano piccoli. Adesso hanno sempre una buona scusa per dire di no. Ma stasera lo sanno che non transigo. Se ieri si fossero messi a letto prima, invece di andare a quella festa su in baita non sarebbero così stanchi.

“Ragazzi, su, è ora, preparatevi. Gli scarponi nuovi sono sotto, assieme alle slitte. E non state a litigare che ne ho prese due paia identiche. Su che già papà è in ritardo e speriamo che dal gommista non ci sia troppa gente”

Potrò pensare un attimo a me? Allora lo specchio mi rimanda un’immagine che mi piace, sono anche fresca di tintura, un bel colore castano naturale naturale che nessuno si accorgerà dei ritocchi. Eh, gli anni passano per tutti. Ecco mio marito che sta tornando. Bene. Manca solo Lui. Ci fosse una volta che non mi toccasse occuparmene, lo sapessero gli altri come vanno davvero le cose … perché poi lui, sbruffone com’è, si prende sempre tutto il merito.

Ma non ci posso credere! E’ ancora a ronfare sotto il piumone e accidenti non c’è più tempo. 

Lo scrolla senza successo, riprova e finalmente quel pigrone apre appena un occhio per girarsi subito dall’altra parte. La situazione è grave, il tempo è agli sgoccioli, si è in emergenza. Non le restano che le maniere forti, si china sul letto e con una decisa cornata fa cadere Babbo Natale per terra.

“Petunia, ma che modi sono?”

“E’ tardissimo! Si alzi per favore che noi quattro siamo pronti!”

“E allora andate voi, io non mi muovo”

“Ma signore, è impazzito?”

“Ma lo sai che in una sola notte mi tocca fare più consegne di quelle che le poste americane si sobbarcano in un anno? E lo sai che da 1643 anni non ho un aumento di stipendio? Per non parlare degli gnomi che nell’ultimo mese hanno sabotato la produzione con tre scioperi uno in fila all’altro. No, quest’anno che se ne occupi qualcun’altro”

“Roger!!! Roger, ci risiamo, vieni che da sola non ce la faccio”

Roger e Petunia, renne storiche di Babbo Natale e coppia solida (e a quanto si sa anche fedele) da 32 anni a suon di cornate costringono il ciccione a togliersi il pigiama di flanella e infilarsi il costume rosso che ogni anno gli va sempre più stretto. Perché, nonostante il colesterolo sia alle stelle, quello zuccone non ne vuole sapere di mettersi a dieta. Per fortuna in un modo o nell’altro riescono ad allacciare il vestito e anche a pettinargli la barba (tagliarsela un po’ no, vero? Così carine quelle barbe di tre giorni, lo ringiovanirebbe anche, ma quell’uomo è un testone).

“Io il lavoro doppio delle poste americane non lo faccio, io non mi muovo”

Petunia completa la toilette del vecchio brontolone stampandogli una leccata a mo’ di bacio sulla guancia e all’affetto lui non sa resistere, sarà anche un brontolone ma è un uomo con un gran cuore. Si infila gli scarponi e segue Petunia che marcia sculettante verso la slitta, sinuosa nonostante gli zoccoli (con gli strass anche quelli) affondino nella neve alta. 

E anche quest’anno tutti i doni verranno consegnati: Buon Natale!


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